Cento e tre anni fa nasceva Bruno Bonomelli, l'uomo a cui si ispira la nostra modesta opera di cultori dell'atletica leggera, lo sport cui il maestro elementare di Rovato dedicò gran parte della sua vita. Atleta, meglio mezzofondista, "inventore" di società sportive, allenatore lungimirante, giornalista, polemista dei più accesi ma soprattutto dei più intelligenti, ricercatore che si consumò molte paia di brache sulle sedie della Biblioteca Nazionale di Firenze di cui conosceva ogni anfratto, e di molte altre in Italia e nel mondo. Antifascista, partigiano con il nome di Mario Verdi, comunista, ma sempre a modo suo, con spirito libertario, mai servo di nessuno, neppure della ideologia in cui credeva.
Nel campo della ricerca storica sull'atletica italiana fu - e resta - un modello insuperato. Guardare oggi i suoi libretti degli Anni '40 e '50, minuscoli nel formato - "la gente alle gare li deve portare in tasca", diceva - ma di una straordinaria innovazione e modernità nei contenuti. Mai banale compilatore che mette in fila numeri senza capirne il senso (mio dio, quanti ancor oggi, anzi soprattutto, di questi contabili...), ma investigatore che attraverso le cifre arrivava ad acute analisi sul presente e a disincantate critiche sul futuro del nostro sport.
Per onorare la ricorrenza della sua nascita, abbiamo scelto di pubblicare due schede originali da lui compilate, due chicche degne della miglior biblioteca sportiva. Trattasi di due schede (che Bruno si faceva appositamente stampare) sulle quali annotò, tra macchina da scrivere e quella sua minuta e limpida scrittura, i primati italiani alla fine del 1897, anno della nascita dell'Unione Pedestre Torinese, che circa un anno più tardi diventerà Unione Pedestre Italiana. Le dedichiamo alla memoria di Bruno e di sua moglie Rosetta e le offriamo a chi ha ancora un po' di passione e di rispetto per il nostro sport.