Piacenza fu la prima colonia romana nell'Italia settentrionale. Eretta a baluardo contro la calata di Annibale Barca, tunisino, arrivato dalle nostre parti non in barcone, ma in groppa agli elefanti. Sfidiamo chiunque a dire che la storia non si ripete (leggere Gianbattista Vico e i corsi e ricorsi storici). I romani cercarono di fermarlo alle porte del Castrum piacentino, sul fiume Trebbia, ma mal gliene incolse. Era il 218 a.C. 'Sti extracomunitari musulmani che al dì di oggi tolgono il sonno a tanti italioti (sintesi di due sostantivi)... Qualche secolo dopo, siamo daccapo, anche qui l'accostamento con il presente ci sta tutto. Quei furbacchioni dei Germani nutrono illecite ambizioni sul nostro appetibile Nord lombardoveneto. Herr Federico di Hohenstaufen, detto il Barbarossa, allunga le mani ma gli tagliano le unghie. La famosa Lega Lombarda, quella vera guidata da Guido da Landriano, che era stato Console di Milano, e non da Alberto da Giussano, personaggio inventato dalla fantasia popolare e dalla successiva falsificazione storica ad usum Delphini, sta all'erta, ne aveva già avute piene le tasche dei barbari che calavano dal centro Europa e maramaldeggiavano. La Lega di allora , che dunque non era guidata né da Umberto de' Bossi né da Matteo de' Salvini, non si fece impressionare dal rossofuoco della barba imperiale e gliele suonò di santa ragione. La vittoria militare non era niente di che intendiamoci, ma ebbe un impatto politico e morale che fece traballare la baldanza dei Teutonici, sensibilissimi agli schiaffi al loro sussiegoso prestigio. Dovremmo ricordarcene di tanto in tanto...senza cattiveria, ma con qualche buffetto, vero Frau Merkel? Eravamo nel 1176, la Lega si era costituita nel 1167, alla Abbazia di Pontida era presente, con Milano, Lodi, Ferrara e Parma, anche Piacenza.
La bella città ducale, adagiata sulla riva destra del Po, diede i natali ai Farnese, famigliola di quelle che contavano, tanto da elevare uno di loro al Soglio Pontificio (papa Paolo III) e maritare una delle ragazzuole di casa con il Re di Spagna Filippo V. Dicono che Elisabetta, Isabel de Farnesio, fosse donna di notevoli capacità ed era molto influente a Corte.
Secolo dopo secolo, Piacenza ha spesso manifestato una spiccata propensione per le primogeniture. E infatti è conosciuta come "La Primogenita". Il Risorgimento annota la data del 10 maggio 1848 quando la popolazione, quella che votava, con un plebiscito, aderì al Regno di Sardegna, futuro Regno d'Italia. Le decisioni importanti sono sempre state frutto di minoranze, insegna la storia.
Tutto questo che cosa ha a che fare con l'atletica? Ci arriviamo, fedeli al nostro maestro Bruno che diceva che scrivere di sport serve all'insegnamento della storia, della geografia, della geometria, della statistica, per non dire di oggi: gli scriba di atletica sono ormai tutti dei pasticcioni apprendisti chimici, grazie alle diavolerie del doping. Non serve sforzare molto la memoria per ricordare che domenica 15 gennaio, al Centro sportivo di Costermano, è stato celebrato il centenario della nascita di Adolfo Consolini. In quella occasione, un nostro socio lì presente, invitato dal sindaco a portare il contributo dell' Archivio Storico, citò un episodio di cui era stato testimone. Ricordò il 4 luglio 1965, al campo di atletica "Fratelli Daturi", adagiato ai piedi dell'imponente Palazzo Farnese, cui aveva messo mano anche il famoso architetto Vignola. Il 4 luglio Piacenza festeggia il suo patrono, Sant'Antonino. Su piste e pedane , quel giorno, si disputò il primo "Trofeo La Primogenita". Il campo era intitolato alla memoria dei fratelli Giulio e Livio Daturi che caddero nel 1940 sul fronte greco-albanese.
La gara prese il nome da un Circolo culturale che era nato l'anno prima, esattamente il 10 maggio 1964 , in ricordo del plebiscito del 1848. Questa nuova associazione di giovani aveva ambizione di far da contraltare alla più paludata "Familia Piasinteina", storico ritrovo della Piacenza col collo inamidato . Il nuovo Circolo pose le tende in via Giordani; primo presidente un eclettico e travolgente titolare di una bella libreria in centro, il rag. Romano Gobbi; fra i sindaci revisori un altro ragiunat, Gabriele Orsi, che era anche giudice di atletica e per qualche anno Delegato Provinciale FIDAL. Sul libro che celebrò i 25 anni di vita del Circolo si legge:"Per festeggiare il primo compleanno del Circolo è stato organizzato un incontro di atletica leggera tra le rappresentative di Piacenza e Lugano....La prestigiosa manifestazione ha segnato per l'atletica piacentina un ritorno ai grandi appuntamenti internazionali". Un po' roboante, ma erano giovani e entusiasti.
Adesso leggiamo dal numero 23 del 12 giugno 1965 del settimanale della FIDAL "Atletica", nei comunicati ufficiali, fra le gare approvate, recante il numero 75: "PIACENZA - 4 luglio 1965 - I° Trofeo S. Antonino - Incontro internazionale intersociale quadrangolare fra le squadre della Società Atletica Lugano, della Società Federale di Ginnastica di Pregassona, del G.S.Atletica Piacenza Libertas CSI e dell'Amateur Athletic Association Leone Vignola di Agazzano. Programma tecnico: m .100, m.200, m.800, m.1500, m.5000, m.110 hs, alto, lungo, peso, disco, giavellotto, 4 x 100. Il ritrovo delle giurie e dei concorrenti è fissato per le ore 17.30 al Campo Scuola Fratelli Daturi di Piacenza". Viene presentato come Trofeo Sant'Antonino e non come Trofeo La Primogenita, chissà come mai....Nei numeri successivi, nessun risultato, così come non c'è traccia nell'Annuario 1966 (risultati 1965) della Federazione. I giornali locali, lo storico "Libertà" (nato nel 1883 per iniziativa della famiglia Prati) e il giovane "Piacenza Oggi", danno risalto all'evento. Sulle pagine sportive di "Libertà" esercita il suo indubitabile talento letterario Claudio Enrico Baldini, nostro socio fondatore, che firma presentazione e commento post evento.
Piacenza, La Primogenita, Adolfo Consolini: ecco che si chiude il cerchio di questa storia, lunga? pensiamo lo meriti, perchè sicuramente inedita. Consolini aveva già compiuto i 48 anni, da tre, per continuare a tirare il disco, aveva dovuto trasferirsi alla società di Lugano, dal momento che le poco comprensibili leggi italiane del tempo impedivano la pratica sportiva agonistica dopo i 45 anni. Per questo lui era emigrato, e tirava ancora il disco a misure che lo avrebbero collocato nei primi 20-30 italiani alla fine della stagione. Quel 4 luglio a Piacenza lanciò a 45,61 (con questa misura a fine stagione sarebbe stato 22esimo nelle italiche liste stagionali), e fu terzo al getto del peso con 11.84, dopo il piacentino Sandro Ballerini, che in futuro sarebbe stato assessore al Bilancio del Comune di Piacenza. In mezzo...un "americano", tale Jack Brandon...Questa ve la dobbiamo raccontare. Poco distante dalla città c'era un piccolo aeroporto militare dove erano di stanza aviatori statunitensi: San Damiano. Livio Bernini, classe 1945, era un atleta di straordinarie potenzialità, eclettico, il vero prototipo del decatleta, ci ricordava nella struttura fisica il campione olimpico Bob Mathias. Aveva però un padre cerbero: prima lo studio poi lo sport, basta perder tempo, tuonava il genitore. Se avesse visto il nome del figlio sui fogli locali, apriti cielo. Allora il fantasioso Livio e gli amici di Agazzano si inventarono un nome e cognome yankee, da aviatore e da atleta americano: Jack Brandon. E sotto mentite spoglie, Livio faceva tutte le gare locali, con buona pace del padre e dei giudici locali che lasciavano correre. Un po' di buonsenso non guasta...Sapete che vari Jack Brandon sono esistiti davvero? Cercate in Internet, e ne trovate uno ai giorni nostri, australiano, nato nel 1994, è un giocatore professionista di rugby a sette nella Australian Football League (AFL).
Nei risultati di quel 4 agosto si annidano tante altre storie. Nel salto in alto, si impose Felice Baldini (1.85) sull' altro piacentino "Picchio" Devoti. Felice, che si era cimentato anche nel lungo, l'anno prima a Bologna aveva saltato due metri con il "ventrale", uno dei primi duemetristi italiani. Nel disco il giovane Luigi Filipponi, un ercole di forza straodinaria, arriverà qualche anno dopo solamente a 57 metri, ma la sua potenzialità era mondiale. Enzo Boiardi, fondista, stabilirà il record nazionale delle 24 ore con oltre 211 chilometri. Gildo Capucciati, mezzofondista, rosso di pelo, farà l'assessore al Comune di Salsomaggiore. Giulio Badovini, uno sprinter con le leve lunghe, un fisico da 200 e 400 metri. Il geometra Vito Barbieri, piccolo, minuto, spaziava dai 100 agli 800 metri, vittima di un atroce destino: nel 1967, fine gennaio, rientrato da un breve viaggio di nozze, esce per andare a controllare un cantiere, e invece incontra la morte, schiantato da un ragazzotto che aveva sottratto l'auto nuova al padre e stava correndo come un folle, in una curva la morte per Vito, pochi acciacchi per lo scapestrato. Piacenza è, forse, la città che ha dato il maggior numero di allievi alla Scuola Centrale dello Sport, una delle riconosciute idee geniali partorite dal CONI. Scorrendo i risultati si leggono i nomi di Felice Baldini (il primo ad approdare all'Acqua Acetosa), Claudio Enrico Baldini, un diploma in agraria, una spiccata vocazione per la ricerca storica, Renzo Malagisi, giavellottista e possente canottiere, Luigi "Picchio" Devoti, saltatore in alto e ottimo giocatore di pallavolo, Roberto "Bob" Costaldi, velocista, alla Aeronautica negli stessi anni del nostro amico e socio Giorgio Reineri; Ermes Rugalli, lunghista. Tutti MdS, maestri di sport, poi traditi dalla pochezza progettuale di un Ente che ne ha fatto degli inutili burocrati. A ben altre mansioni dovevano essere destinati.
E l'incontro? Lo vinse Lugano, 134 a 126, grazie al successo della staffetta, "nonostante le rabbiose volate" dei piacentini, scrive l'aedo C.E.Baldini, diploma in agraria.
Noterella: nel 1965 un campione olimpico, europeo e primatista mondiale di 48 anni doveva emigrare in Svizzera per poter divertirsi a tirare il disco... Il ritaglio del giornale piacentino ci presenta Consolini con la maglia della SAL Lugano, una chicca. Oggi, atleti di 80-90-100 anni vengono invitati al Festival canoro di Sanremo, a programmi televisivi seguiti da milioni di utenti, e presentati come supereroi...Come cambia il mondo! Ma, almeno per noi, c'è qualcosa che non va: il senso della misura.
Chiudiamo con un ringraziamento a Giovanni "Baldo" Baldini, figlio di Felice, nipote di Claudio Enrico, oggi nostro appassionato socio. Si deve a lui di aver scovato in quello che chiamano "Il Librone" i ritagli stampa che corredano questa storiella (doppio click per ingrandire le antiche carte). E per chi volesse, esiste lo stesso testo in formato PDF.
Pubblicazioni utilizzate per l'articolo
- Il Librone, raccolta di ritagli stampa conservato dalla AAA Agazzano, oggi Atletica Felice Baldini.
- Circolo Primogenita, arte, cultura, folclore a Piacenza, 25° anniversario - Tipolito Farnese, Piacenza, 1990
- Quotidiano Libertà, Piacenza, luglio 1965
- Periodico Piacenza Oggi, luglio 1965
- Atletica - Settimanale della Federazione Italiana di Atletica Leggera - Anno 1965
- Annuario di atletica leggera 1966 - Federazione italiana di atletica leggera, Roma, 1966
- I campioni della simpatia - di Marco Martini - Roma, 2015 - Pubblicazione Archivio Storico dell'Atletica Italiana