Enrico Arcelli ci ha lasciati. Improvvisamente, mentre era in Sardegna, presumiamo in vacanza. Aveva compiuto 75 anni pochi mesi fa, in marzo. Il teorico della corsa, del correre è bello (il titolo del suo libro più famoso e gettonato), il docente universitario, il fisiologo, il tecnico, l'allenatore, l'organizzatore, il giornalista, lo scrittore, se ne è andato in un batter d'ali. Uomo mite, sempre misurato, gentile, aveva lasciato una impronta determinante nella rinascita del mezzofondo e soprattutto del fondo italiano, insieme a parecchi altri che, con passione, operarono dentro e fuori delle strutture federali.
Noi dell'Archivio Storico vogliamo ricordare Enrico Arcelli per la sua amicizia con Bruno Bonomelli. Una amicizia che lui stesso ricordò con parole affettuose durante il convegno che l'A.S.A.I. organizzò a Brescia, nel novembre 2010, in occasione dei cento anni della nascita del maestro rovatese. Quando gli chiedemmo la sua disponibilità ad essere relatore al nostro convegno, aderì senza un attimo di esitazione. Con lui si alternarono Gabriele Rosa, Sergio Giuntini, Massimo De Paoli, Marco Martini, con relazioni poi raccolte in un quaderno molto apprezzato. Disse durante il Convegno, e poi riportò le stesse parole nella versione scritta per essere pubblicata:"Imparai da lui molte cose sulla maratona, una specialità che all’epoca era molto trascurata in Italia".
Quando Bonomelli, nel 1974, decise di dare alle stampe una nuova edizione del suo libro "Corsa campestre, scuola di campioni" (prima edizione 1966, con Emanuele Carli), chiese proprio ad Enrico di scrivere di allenameto, di metodologia. Ricordiamo le sue parole in chiusura del Convegno bresciano riprese nell'intervento scritto:"Bonomelli (...) in un articolo che scrisse su ”l’Unità” parlò di me e del mio sforzo per fare in modo che le metodiche di allenamento venissero razionalizzate. Credo che fu per quel motivo che mi invitò a divenire suo coautore in quel libro sul cross".
Per il nostro commosso omaggio alla memoria di Enrico Arcelli abbiamo deciso di corredare queste righe con la copertina del libro sulla corsa campestre e con la pubblicazione integrale del suo intervento al Convegno del 2010, che potete leggere qui.