Abbiamo letto, non molto tempo fa, nella famosa rivista medica "Brain" un interessantissimo studio effettuato da un consorzio di luminari della medicina che riuniva tutti i Premi Nobel dal 1901 (anno della prima assegnazione) ad oggi. Una indagine che ha coinvolto tutta l'umanità, dall'anno 1 dopo Cristo su su fino ai disgraziati tempi nostri. I Nobel di tutte le branche della medicina che studia quella poltiglia che chiamano cervello, o materia grigia, hanno scientificamente dimostrato che è più facile allenare le masse muscolari, bicipiti, tricipiti, quadricipiti, che quello che abbiamo, o dovremmo avere, dentro la scatola cranica. Noi ne abbiamo avuto prova ieri sera - meglio dire, notte - al termine della gara di salto con l'asta, vinta da un giovanottone carioca, Thiago Braz da Silva (a lui piace solamente Thiago Braz) con non poco strabuzzamento d'occhi di quasi tutti, che davano per scontato di sentire suonare "La Marseillaise" che al momento del parto musicale si chiamava "Chante de guerre pour l'Armée du Rhin". Abbiamo detto quasi tutti, avendo scorto in tribuna un uomo che ha introdotto ai segreti del salto con la pertica atleti come Sergey Bubka e Elena Isinbaeva. Vitaliy Petrov, ucraino, era stato chiamato anni fa da Elio Locatelli, c.t. della FIDAL, a iniettare cultura tecnica nei nostri ragazzi che volevano volteggiare un po' più in alto.
Da qualche stagione allena questi aerei ballerini carioca, ragazzi e ragazze, che si sono inerpicati al vertice del mondo. Thiago è salito da 5.93 a 6.03, netto, pulito, cristallino, una medaglia d'oro fino. Non averlo accompagnato nel giro d'onore e poi aver paragonato il pubblico brasiliano ai nazisti del 1936 per aver fischiato (cosa da disapprovare senza riserve), a noi fa parecchia pena. Le scuse successive attraverso 'ste diavolerie che chiamano "social" , surrogati , paraventi dietro cui nascondersi invece di guardare negli occhi la gente, non attutiscono la pessima impressione di un atleta che non ha saputo perdere. Una volta si diceva che prima di aprire la bocca bisognava assicurarsi che il cervello fosse inserito. In questo caso i cavi hanno fatto contatto e la luce si è spenta. Forse a causa dell'acquazzone che era caduto un paio d'ore prima. Mettiamola così.