A Brescia e dintorni, vasti invero, trattasi di oltre 1 milione e 200 abitanti, 205 Comuni, un territorio di 4.800 km quadrati, ci sono tre eventi sportivi che fanno rima: Mille Miglia (oppure Millemiglia tutto attaccato) una corsa d'auto su e gù per il nostro allungato stivale nata nel 1927 e gloriosamente vissuta fino a tragicissimo evento nel 1957; Centomiglia velica sul lago di Garda , la più celebrata regata in acque interne del mondo, creata dalla voglia di regatare di un gruppo di gargnanesi nel 1951; la Diecimiglia podistica a Navazzo, otto chilometri di ascesa dal capoluogo Gargnano, nata nel 1974. Denominatore quasi comune il miglio British, diciamo quasi essendo che il miglio terreste ha una distanza e quello acquatico un altro. Non diamo cifre metriche, per evitare le tiritere dei soliti accademici dell'inutile che si mettono a contestare il centimentro e il millimetro, rotture già metabolizzate in passato.
Con l'andare del tempo, e per ragioni diverse, ognuno di questi eventi sportivi ha sentito il fascino del passato. Le auto non potevano più scorazzare su e giù per la penisola a velocità da circuito di Indianapolis, e così, dopo 20 anni, nel 1977, si è inventata la Mille Miglia Storica, che doveva essere una passeggiata di vecchie ma ancora affascinanti signore (le auto), doveva...che in effetti secondo i dicunt et narrant ci sarebbero ancora dei simpatici buontemponi che, a suon di migliaia di Euroni, dollaroni, ma si accettano tutte le monete, farebbero delle corsettine non proprio da pensionati in vacanza...Voci maligne, non fatele sapere alla Stradale. Vele classiche ante 1981 per la Centomiglia lacustre, barche che hanno fatto una parte cospicua della storia della regata ma, soprattutto, della evoluzione delle barche da regata. Gli scarpinatori potevano essere da meno? Eh no...e allora un bel tuffo non nel lago - che un giorno dicono che non è balneabile e quello dopo ti servono la sua acqua nei ristoranti stellati, freschissima, purissima, fonte Gardasee - ma nel passato. La corsa di Navazzo nacque come "La Caminâa", denominaziona dialettale di facile intuizione. Le prime edizioni furono un su e giù per le montagne dell'entroterra gardesano, fra i 30 e 35 chilometri. Si torna (domani, partenza ore 9) a quei tempi, che vien voglia di definire lontani, un secolo fa, e nessuno ci può smentire. Una camminatina di 30 km e mezzo, con 1855 metri di dislivello. In sintonia con le mode del momento è etichettato come "trail", il cui significato, secondo il dizionario della lingua inglese, è "seguire le tracce, o le orme".
Bene, accingiamoci a rivedere la "Camináa Storica" formato trail...ma quale formato? Nel 1974 si faceva questa stessa corsa senza bisogno di adottare etichette in uso nel paese dei Britanni. E la corsa in montagna? Hanno dovuto inventarsi una organizzazione aderente alla Federazione mondiale di atletica, con tanto di presidente, vice, consiglieri, riunioni annuali, viaggi in giro per il mondo con mogli al seguito. Questa è la vera corsa in montagna, solo ascensionale per specialisti dell'arrampicata e dell'aggrappata...alle poltrone e ai benefit. Ma la cosa più ridicola è che, negli anni 50 - 60, e forse anche oltre, questo tipo di corsa era "fuorilegge": gli atleti nazionali non potevano prendervi parte pena la squalifica. Il bresciano Franco Volpi, uno dei più bei corridori pedestri che siano mai apparsi sulla scena della italica atletica, non fu messo nell'elenco degli "azzurri" per i Giochi Olimpici di Roma perchè partecipava a qualsiasi tipo di corsa su strada, sui prati, in montagna, ma evitava la pista. E quelle non molte volte che ci corse sopra fece i primati dei 5 e 10 mila metri. Vedete come è volubile il mondo? Adesso il trail, la corsa in montagna, altra sovrastruttura geronto-dirigenziale per la 100 km, e via allegramente cantando. Di nuovo non c'è proprio niente, se non a creare...posti a tavola. E, avanti c'è posto, serve a rinfoltire il numero dei tesserati, e a tappare i buchi, bene vengano dunque gli ottantenni e i +100, questi li esibiamo in tv. Vabbuò (© comandante Schettino).
Torniamo sul Monte di Gargnano. Domani questa gitarella in montagna, con 'sto caldo, che Dio ve la mandi buona. Di proposito, abbiamo deciso di pubblicare una foto della prima edizione, con carro agricolo in bellavista, e non trattasi di photoshop: non c'era nessun bisogno di creare costose e inutili sovrastrutture (terminologia marxista). Domenica la "Diecimiglia del Garda", edizione consecutiva numero 44, inclusa la "Camináa": il racconto, senza fronzoli, di questa gara che è stata un fior di gara, lo trovate qui www.diecimigliadelgarda.net. A noi preme rinfrescare la memoria su un evento che ci sta molto a cuore: verrà ricordato Aldo Capanni, che della nostra piccola "cosca" è stato un grande, con un premio a lui intestato. Chissà quanti dei soci che spesso si riempiono la bocca del suo ricordo saliranno a Navazzo. Lunedì riferiremo.