Mentre eravamo alla ricerca di alcuni dati sull'atletica italiana nell'anno 1958, e sfogliavamo la collezione di "Atletica", quindicinale della Federazione, la nostra attenzione è stata calamitata da una notizia apparsa su una colonnina a pagina 11 del numero 22 del 9 agosto. Un numero corposo, per l'epoca, 12 pagine, gran parte dedicate alle liste nazionali "primi 100" e alla presentazione degli imminenti Campionati d'Europa a Stoccolma. La abbiamo collegata agli esami di maturità che sono iniziati, con le prove scritte, proprio nei giorni scorsi. Protagonisti degli esami di maturità di 59 anni fa due dei migliori atleti della storia del nostro sport: Livio Berruti e Giorgio Mazza, uno - come (forse) tutti sanno - campione olimpico, l'altro ottavo nella finale di Tokyo 1964, rimasta indimenticabile per la presenza di tre italiani, gli altri erano Eddy Ottoz e Giovanni Cornacchia.
Leggiamo la notizia della rivista federale che titola "Berruti e Mazza superano felicemente la maturità classica":
Giorgio Mazza e Livio Berruti, i due atleti nazionali che la F.I.D.A.L. ha invitato a Formia al duplice scopo di curare la propria preparazione atletica e di completare gli studi per l'esame di maturità classica, hanno in questi giorni sostenuto con esito brillantissimo i predetti esami presso il Liceo Vitruvio di Formia.
Vale la pena di riportare le votazioni ottenute dai due volonterosi atleti in quella che è comunemente ritenuta la più difficile prova della carriera studentesca.
Mazza: Italiano 7; Latino 6; Greco 8; Storia 8; Filosofia 8; Matematica 6; Fisica 7; Scienze 7; Storia dell'Arte 8; Educazione Fisica 9.
Berruti: Italiano 6; Latino 7; Greco 6; Storia 7; Filosofia 7; Matematica 6; Fisica 7; Scienze 7; Storia dell'Arte 6; Educazione Fisica 9.
Questi risultati, ottenuti quasi in coincidenza col magnifico primato nazionale sui 110 ostacoli di Giorgio Mazza e con il vittorioso ritorno in squadra nazionale di Berruti, dimostrano che sport e studio non sono termini antitetici. Il giovane moderno deve anzi accoppiare la sana pratica egli esercizi sportivi alla severa applicazione agli studi. Quando si fanno le cose sul serio, l'esito non può essere che felice.
Ai due studiosi giovani i rallegramenti più vivi ed al bravo cav. Buldrini, che con tanto paterno amore si è dedicato ad assistere in tutti i modi i due atleti un sincero ringraziamento.
Mazza aveva portato il primato nazionale dei 110 ostacoli a 14.3 durante l'incontro Italia - Svizzera a Torino (130 - 80); Livio rientrò alle gare nella sua Torino dopo parecchi mesi di assenza e fu secondo sui 200 in 21.7 appena dietro a Sergio D'Asnasch (sarà per molti anni giornalista sportivo alla redazione della Agenzia ANSA), e insieme a Cazzola e De Murtas portarono al successo la 4 x 100.
Nello stesso periodo Elio Buldrini, mitico direttore della Scuola Nazionale di atletica leggera di Formia, e Attilio Callegari, eccellente marciatore (fu primatista mondiale del 20 mila metri in pista nel 1926), allenatore e giudice, erano stati insigniti della Croce di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica.
Livio Berruti aveva frequentato il rinomato Liceo Classico Cavour, una istituzione scolastica torinese, dove, fra gli altri, avevano studiato Luigi Einaudi, Cesare Pavese, Guido Gozzano, Giulio Carlo Argan, Natalino Sapegno, Ludovico Geymonat, l'attore Raf Vallone, Ada Prospero, moglie di Piero Gobetti, luminosa figura di studioso e politico, morto esule in Francia a seguito delle percosse di cui fu vittima per mano dei fascisti.
Il campione olimpico dei 200 metri a Roma '60 fu, nella vita professionale, dirigente nella struttura sportiva Sisport, emanazione della FIAT. Giorgio Mazza esercitò la professione di medico urologo, a Gorizia. Sono coetanei: entrambi nati nel 1939.
Le foto. Quella famosissima del podio di Roma '60, era il 3 settembre. Berruti sul gradino più alto di un podio, che senza tanti costosi arzigogoli "raccontava" con immediatezza il valore di un risultato. Alla sua destra lo statunitense Lester "Les" Carney, che fu il migliore del suo team che riponeva grandi aspettative in Ray Norton (sesto e ultimo) e Stone Johnson (quinto). Carney si era qualificato terzo ai Trials, sulla pista della Università di Stanford, a Palo Alto, in California. Carney vestiva i colori dei Cleveland Striders. Quarto di quella finale delle selezioni americane fu Bobby Morrow, tre "ori" quattro anni prima ai Giochi di Melbourne. Il terzo sulla pista dell'Olimpico fu il senegalese Abdulaye Seye, che conquistò quella medaglia per la Francia. Infatti, nonostante il Senegal avesse ottenuto la indipendenza pochi mesi prima (il 20 giugno), gli atleti di quel Paese furono iscritti come Francia. Seye, nato nel 1934, è morto nell'ottobre del 2011. Nell'altra foto, Giorgio Mazza durante una serata al Panathlon Club di Gorizia (foto dal quotidiano "Il Piccolo").