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Centosette anni fa, il 28 ottobre 1910, nasceva a Rovato, provincia di Brescia, Bruno Bonomelli. È l'uomo cui un gruppuscolo di sopravvissuti ha intitolato questo Archivio Storico dell'Atletica Italiana, con l'approvazione della signora Rosetta, sua sposa. Quasi sicuramente lui ce l'avrebbe negata, contrario com'era ad ogni celebrazione. Serva solo ricordare che più volte espresse il desiderio che la sua biblioteca fosse bruciata alla sua morte. Non è avvenuto, per una serie di circostanze, che dobbiamo ringraziare. Nel ricordarne, oggi, il giorno della nascita, senza eccessivi incensamenti, da lassù ci fulminerebbe con qualcuno dei suoi taglienti sarcasmi, ma come doveroso appunto statistico, desideriamo richiamare l'attenzione dei nostri soci e degli usufruitori di questo nostro spazio, su un paio di pubblicazioni che danno il senso della figura e dell'opera di Bruno Bonomelli, BiBis come nome de plume nel giornalismo, Mario Verdi come partigiano nei mesi della Resistenza al nazifascismo.

La prima pubblicazione, doverosa, fu anche quella d'esordio del nostro impegno "editoriale". Se ne fece carico Alberto Zanetti Lorenzetti, socio fondatore: un libro di 304 pagine che uscì dalla Tipografia Apollonio di Brescia nell'autunno del 1994 dal titolo, per noi, significativo, "Bruno Bonomelli, maestro di atletica". Con identico titolo, nell'aprile 2012, furono pubblicati gli atti del convegno da noi organizzato a Brescia nel novembre 2010, in occasione del centenario della sua nascita. Nel salone di Palazzo Mottinelli, nel centro della città, intervennero con eccellenti relazioni Gabriele Rosa, Sergio Giuntini, il compianto Enrico Arcelli, Massimo De Paoli, Marco Martini, introduzione e qualche annotazione di Ottavio Castellini. 

Siamo convinti che varrebbe la pena riprendere in mano quelle due pubblicazioni e rileggersele attentamente. Qualche giorno fa eravamo in una bella riunione di atleti del passato, di giornalisti, allenatori, dirigenti, emozionante occasione, senza dubbio. Uno dei presenti ha avvicinato uno dei nostri soci e gli ha chiesto di ricordargli quale era il motivo del contendere fra Bruno e un giornalista italiano durante una riunione di atletica all'estero, collega che il focoso rovatese prese per il collo senza molti complimenti. No, Bruno Bonomelli non era solamente quello che prendeva per il collo gli altri. Sapeva menar le mani, se serviva, e dio sa se spesso non servirebbe anche oggi. Ma menava soprattutto la lucidità dell'intelletto, il tenace e costante impegno nella ricerca, nello studio, nella consultazione, nelle ore trascorse alla Biblioteca nazionale di Firenze e in tante altre in giro per l'Italia  e per il mondo. Non raccontava le solite autobiografiche "favolette" che udiamo da anni, si incazzava per quella stupida frase che abbiamo sentito troppe volte "per la prima volta nella storia dell'atletica italiana bla bla bla...", e allora si infuriava, stigmatizzava, talvolta trascendeva? Ebbene sì, lo abbiamo visto all'opera da vicino, e, ancora ebbene sì, abbiamo fatto il tifo per lui. Perchè è sempre stato un gigante se rapportato a certi ominicchi.

Insistiamo: i lavori di Bruno Bonomelli andrebbero riletti oggi, sarebbero in tanti a trarne ispirazione per risollevare un sport meraviglioso caduto in una spirale di disattenzione, disaffezione, piattume. Nel quale prosperano le sanguisughe, che riescono sempre, da perfetti cortigiani, a trarre vantaggio...dalla caduta dell'Impero Romano.

Ah ridatece BiBis!

P.S. - Fra i "prodotti" del Bonomelli allenatore (ma rifiutava anche questa definizione) ci fu, tra molti altri, Albertino Bargnani, fondista, azzurro di cross, di cui era uno dei migliori specialisti in una epoca che non era scarsa: Baraldi, Volpi, Ambu, Conti, e via enumerando. Oggi, 107 anni fa nacque Bruno, e li festeggerà...prendendo per il collo qualche dirigente fidalino. Domani, 29 ottobre, saranno 81 per  Albertino, nostro socio, non poteva essere diversamente. A nome di tutti i soci A.S.A.I. vivissimi auguri.