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Adolfo Consolini e i suo anni alla Società Atletica Lugano, in Canton Ticino. È grazie al carissimo Alberto Bordoli, una delle "anime" da sempre dell'atletica a Lugano e dintorni - e a livello nazionale elvetico con le sue graduatorie - che siamo in grado di offrire sul nostro sito una documentazione fotografica forse non inedita ma sicuramente rara in Italia e un articolo estratto dal libro "Dalla ginnastica alla SAL Polisportiva" di Armando Libotte, storico personaggio dell'atletica svizzera, e soprattutto della marcia, promotore di quel Trofeo Lugano poi trasformatosi in Coppa del mondo, quando l'atletica era una cosa vera e non un campo sperimentale di cazzate come oggi (leggasi l'ennesimo tentativo di cancellare la "50" di marcia della settimana scorsa). Libotte che scrisse con orgoglio che lui fu l'unico svizzero presente ai Giochi Olimpici di Melbourne 1956; la Svizzera infatti aveva deciso di boicottare i Giochi come protesta contro l'invasione dell'Ungheria da parte dell'Unione Sovietica. Marciatore, organizzatore, giornalista, autore di parecchi libri sportivi (tra i molti l'Annuario Calcistico Svizzero), questo fu Libotte, grande amico di Pino Dordoni. E proprio dal libro di Libotte abbiamo riprodotto l'articolo che potete leggere qui sotto.

Il motivo degli anni ticinesi della carriera di Consolini li abbiamo già raccontati in altra occasione, ma vale ripeterli: si tratta della norma in vigore in Italia per cui una persona non poteva fare attività sportiva agonistica al compiere 45 anni. Nello scritto di Libotte si ricordano quegli anni e la figura di Consolini non solo lanciatore di disco ma persona di una umanità straordinaria. Dall'articolo abbiamo rimosso alcune parti ben conosciute della carriera del campione olimpico, limitandoci agli anni 1965 - 1969.

La spiegazione del pot-pourri di fotografie. In alto a sinistra: Consolini al Campo Giuriati a Milano, dove il 14 aprile 1946, stabilì il primato mondiale con la misura di 54.23, al suo fianco il prof Cesari. A destra: con Adolfo (ultimo a destra) un gruppo di lanciatori con la maglia della SAL: da sinistra, il bergamasco Renato Marcandelli, Mauro Ciseri, Eugenio Galli, Lorenzo Mauri e Luigi Pellanda. A proposito di Marcandelli una segnalazione dal libro del giornalista Aurelio Locati "Cent'anni di sport a Bergamo": " Tornato a Bergamo nella Libertas Magrini, conclude la prima fase della carriera dopo 15 anni di attività e inizia quella di tecnico. Nel '69 Consolini si ricorda del vecchio amico bergamasco e lo convince a tornare alle gare portandolo con sé all' Atletica Lugano. Marcandelli partecipa ancora a decine di riunioni anche se ormai ha passato i quarant'anni. Nel 1978 gli anni sono esattamente cinquanta e Marcandelli si classifica secondo nei campionati europei dei "Masters"". Nella foto in basso a sinistra: Consolini a Bellinzona, festeggiato da Pernumian e Bianchini, i due nazionali dell'AC Bellinzona, dopo il nuovo record europeo. Era l'11 dicembre 1955, allo stadio Comunale, Consolini lanciò a 56.98. Giudici di gara erano il locarnese Tomamichel, il dr. Spartaco Zeli e Sergio Sulmoni, dell'ATAL. Consolini ha nelle mani il disco del primato, artefatto che ora fa bella figura nelle vetrinetta dello studio del sindaco di Costermano, dopo il dono fatto dal figlio Sergio. Infine, a destra, Adolfo Consolini che sfoggia sul possente torace la maglia della SAL. Un ringraziamento a Paolo Marabini per la segnalazione del "pezzo" di Aurelio Locati.

 

Estratto "Dalla ginnastica alla SAL Polisportiva"

Nel corso dei suoi oltre 60 anni di vita, la SAL Polisportiva, fedele ai suoi ideali internazionalistici, ha ospitato nelle sue file, per periodi più o meno lunghi, diversi atleti stranieri che avevano chiesto di poter gareggiare per i suoi colori. Ricordiamo il polacco Ungerson, un rifugiato degli anni della seconda guerra mondiale, che insegnò ai cestisti luganesi i fondamentali della pallacanestro, il britannico Peter Fullager, che venne a Lugano per prepararsi per i Giochi Olimpici ed i numerosi marciatori italiani che la FIDAL non tesserava più in quanto avevano superato i…40 anni d’età. La stessa sorte toccò ad uno dei più grandi atleti italiani di tutti i tempi: Adolfo Consolini, campione olimpico e d’Europa e primatista del mondo del lancio del disco. Giunto all’età di 40 anni, gli fu detto che non avrebbe più potuto essere tesserato. Ma poiché “il gigante buono” – come lo chiamavano – si sentiva in corpo ancora tante energie, si diede da fare per trovare chi gli offrisse ancora la possibilità di cimentarsi in gara.

Nel 1965 si incontrò con Felice Meregalli e Franco Calderari che s’erano recati a San Vittore Olona per assistere al Cross dei Cinque Mulini. Manifestò loro il desiderio di riprendere le competizioni poiché in Italia non era possibile, avrebbe gareggiato con la SAL. Fu accolto a braccia aperte. Troppo onore, anzi, per una modesta società ticinese!

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