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Centoquattro anni fa, il 28 ottobre 1910, nasceva Bruno Bonomelli, lo studioso che associa il suo nome al nostro Archivio Storico dell'Atletica Italiana. La sua famiglia era originaria di Rovato, in provincia di Brescia, i suoi antenati si dedicavano alla stagionatura dei saporosi formaggi che venivano portati in pianura dalla Vallecamonica. Fu atleta, mezzofondista, primatista bresciano su diverse distanze. Poi la Seconda Guerra Mondiale lo portò in montagna, fra i partigiani, lui atipico uomo di sinistra che per tutta la vita è stato difficile catalogare in categorie preconfezionate. Creatore di sue società di atletica, allenatore intuitivo e critico, studioso del movimento atletico italiano, giornalista, scrittore, polemista feroce, buongustaio e bon vivant. Fu colpito da una emorragia cerebrale nel 1980, chiuse la sua esistenza terrena nel 1993. Fu maestro di tanti che si sono avvicinati al nostro sport, uomo di vasta cultura che accostava l'atletica al "sapere" tradizionale, alla storia sociale, economica, alla geografia, alla matematica, alla statistica, ancor oggi ineguagliabili i suoi opuscoli degliAnni '40 e '50. Fu insegnante nella Scuola Italiana ma fu "maestro" soprattutto fuori.

Ricordiamolo con rispetto e riconoscenza.