There is something, even a lot of things, linking Bruno Bonomelli the unstoppable searcher of ancient texts to whom the Historical Archive of Italian Athletics has been dedicated, and Roberto Luigi Quercetani.
A place and a date especially. Madeleine Café, rue de la Montagne, Brussels. Morning of the 26 August 1950. Fourth day of the European Championships just before Emil Zátopek outclassed all the competitors of the 5000m final, 150m ahead of the French-Belgian pair Alain Mimoun-Gaston Reiff.
At the same moment, eleven subscribers gave birth to the AFTS – the Association of Track and Filed Statisticians – in a linguistic melange including the two Italians, Association in which Quercetani and Swiss Fulvio Regli from Lugano were particularly involved.
We are mentioning this episode on the eve of Roberto Quercetani’s birthday.
Reserve, being a man, won’t prevent us from revealing that the seasons our friend will celebrate on May 3rd with Ms. Maria Luisa in Via Inghirami, Florence, will be ninety.
When Roberto Quercetani turned eighty, he received twenty-four messages of wishes. The senders were as follows: six from Italy, nine from Great-Britain, four from United States, three from Germany and two from Finland confirming his international fame, a long road since his first contribution in the Finnish magazine "Yleisurheilu" in July 1943. In a few days, we will know if this number twenty-four will be amended.
The aim of this message is to prove to Roberto Quercetani, our master and friend, how deep is the affection of the ASAI Members and how immutable is the consideration for a man who has always expressed his attachment to two families: Italy and athletics.
The interest for the second started on a day of 1932, when the curiosity of a teen boy was attracted by a display board at the Santa Maria Novella station announcing the victory of an Italian athlete, Luigi Beccali, at the Los Angeles Olympic Games.
C’è qualcosa, o molto, che lega Bruno Bonomelli, il ricercatore d’incunaboli cui l’Archivio Storico dell’Atletica Italiana è titolato, e Roberto Luigi Quercetani. Una località e una data, soprattutto. Café de la Madeleine, rue de la Montagne, Bruxelles. Mattina del 26 agosto 1950. Quarta giornata dei campionati europei, avanti che Emil Zátopek polverizzasse nella finale dei 5.000, con 150 metri di distacco, l’abbinata franco-belga Alain Mimoun-Gaston Reiff. In una polifonia linguistica di cui si fecero carico in particolare Quercetani e lo svizzero di Lugano Fulvio Regli, undici firmatari, tra cui i due italiani, sottoscrissero la nascita dell’ATFS, l’associazione internazionale degli statistici di atletica. Evochiamo l’episodio alla vigilia del compleanno di Roberto Quercetani. Pudore e riservatezza, trattandosi di un uomo, non ci impediscono di rivelare che le stagioni di vita del nostro amico, da festeggiare il 3 maggio insieme con la signora Maria Luisa nella fiorentina via Inghirami, sono novanta. Quando Quercetani di anni ne compì ottanta, ricevette ventiquattro messaggi di augurio. Che i mittenti, oltre i sei italiani, fossero nove della Gran Bretagna, quattro degli Stati Uniti, tre della Germania e due della Finlandia fu solare conferma di quanto la sua notorietà spaziasse sulle frontiere internazionali e di come una firma giovanile, apparsa in un lontanissimo luglio del 1943 sul periodico finlandese "Yleisurheilu", molta strada avesse fatto. A giorni sapremo se quel numero ventiquattro avrà subito ritocchi. Qui, da queste brevi righe, ci interessa che l’amico e maestro Roberto Quercetani sappia quanto forte sia nei suoi confronti l’affetto dei componenti dell’ASAI e quanto inestinguibile la stima per un uomo che ha sempre onorato, in ogni latitudine, la sua appartenenza a due grandi famiglie, quella italiana e quella dell’atletica. Avviata, la seconda, un giorno del 1932, quando la trepida curiosità di un adolescente prese coscienza da un pannello luminoso della stazione di Santa Maria Novella della vittoria di un connazionale, Luigi Beccali, ai Giochi di Los Angeles.