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"Caro ...., sarà bello. Grazie per la stupenda idea....mi fai venire i brividi per i molti ricordi che stanno affiorando. Giacomo". Il Giacomo che questa mattina ha scritto queste poche e belle parole a un socio dell'A.S.A.I. è proprio lui, Crosa: saltatore in alto con lo stile che gli italici chiamavano "ventrale", come facevi a pronunciare "straddle" in un Paese dove saranno stati sì e no cento, insegnanti a parte, quelli che masticavano la lingua di Bill da Stratford-upon Avon? Crosa, studente, uno dei primi, a aderire alla Scuola Centrale dello Sport del C.O.N.I., veniva dal sesto posto nella finale olimpica a Ciúdad de Mexico '68, 2.14 primato italiano. Carriera breve, poi tanta televisione come telecronista, conduttore di programmi sportivi e anche non. Lingua sciolta, più sciolta della gamba libera nel "ventrale".

Sarà proprio Giacomo Crosa, domenica mattina, attorno alle 11.30, a prendere la parola al convegno-revival "Il ventrale, bellezza di un gesto che fu arte prima di essere sport", che riunirà un buon numero di appassionati al Centro Parrocchiale di Agazzano, bella località collinare a una ventina di chilometri da Piacenza (uscita Piacenza Ovest, prendere a destra per San Nicolò, al centro del paese svoltare a sinistra per Agazzano). L'iniziativa prenderà avvio verso le 10.45.

La Contea di Agazzano è la patria, una specie di Bosco di Sherwood di robinhoodiana memoria dove rifugiarsi, proteggersi, far baldoria, del Clan Baldini. I fratelli Felice e Claudio Enrico vivevano nella loro roccaforte per difendersi dal piattume del mondo esteriore: leggevano, studiavano, allenavano, accoglievano gli amici con grande munificienza di bistecche, loro di stirpe norcina, e lunghe chiacchierate estive notturne nella bella Piazza Europa. Di atletica parlavano, ma anche di storia locale, Claudio Enrico soprattutto, fine ricercatore di documenti. Hanno lasciato rimpianti profondi in chi li ha conosciuti e lacrime nel vederli scendere troppo presto nella nuda terra. La terra vi sia livee, ancor oggi, seppure è passato tempo. Ma non è scivolato via, se qualcuno sente ancora oggi il dovere di ricordarli. Dovere figliale, certo, ma non solo dovere: la parola vera è amore. Ed ecco Giovanni, disceso pe' li rami da Felice e Mariuccia, che vuol ricordare suo padre e al tempo stesso suo zio. Occasione atletica: il cinquantesimo anniversario del superamento di una asticella posta a 2 metri da cotanto genitore. Era altezza rilevante nel nostro allungato stivale italico. La madre gli lascia briglia allentata, non sciolta, serve controllare l'ex pargolo ora uomo con famiglia, tra l'altro in crescita. Lui, il Giovanni, parte in seconda, chiede aiuto a un amico, profilo medio, una riunione...un opuscoletto...un po' di amici....Poi innesca la terza, la quarta, con quel peperoncino della moglie  Gabriella che gli soffia sul collo. Amici locali vengono coinvolti, il club organizzatore è la AAA Felice Baldini Agazzano. Poi ci siamo aggiunti noi dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli", e, a ruota, la Collezione Ottavio Castellini - Biblioteca Internazionale dell'Atletica.

Nasce il famoso ospuscoletto (76 pagine, alla faccia del basso profilo), partono inviti in tutte le direzioni, anche nomi prestigiosi, alcuni aderiscono entusiasti, altri declinano, speriamo ci ripensino prima di domenica.... Giacomo Crosa fin dall'inizio dice che ci sarà. Su un altro fronte e per altre mani, nasce anche un filmato che - forse - qualche sorpresa la riserverà. Si aggiunge Roberto "Bob" Costaldi, che quell'11 luglio 1964 era presente a Bologna ai 2 metri di Felice, e li racconterà. Un altro, anzi un Altro, lettera iniziale maiuscola, racconterà "storie" che fanno parte della storia umana dei nostri protagonisti ai presenti al Centro Parrocchiale. Di lui riparleremo prima di domenica.

Intanto c'è stata una aggiunta inattesa e perciò maggiormente gradita: il sito Internet della Federazione internazionale https://www.iaaf.org/news/news/straddle-high-jump-seminar-brumel-italy ha dedicato una bella presentazione alla iniziativa facendo combaciare la data (21 ottobre 1964) al ricordo della straordinaria finale del salto in alto ai Giochi Olimpici di Tokyo fra due eccelsi ventralisti: il sovietico Valeriy Brumel e lo statunitense John Thomas. Per chi volesse leggere, aprire il sito indicato.

Nella foto: due dei grandi interpreti italiani del salto ventrale, entrambi primatisti italiani, Giacomo Crosa, a sinistra, e Erminio Azzaro, poco dopo aver smesso di valicare asticelle, ormai in abiti borghesi.