Se dovessimo usare il linguaggio forense, dovremmo dire «un atto dovuto». Se invece vogliamo essere sinceri fino in fondo, dobbiamo dire le cose come stanno: abbiamo fatto leva sulla cordiale amicizia che ci lega a Walter Brambilla e Daniele Perboni, vale a dire la redazione completa di «Trekkenfild», per fare un regalo a degli amici. In buona sostanza, utilizzare degli amici per fare un piacere ad altri amici. Una roba da «cosa nostra», insomma. Di cosa si tratta, potete leggerlo, se ne avete voglia, nella riproduzione del testo qui sopra, pubblicato a pagina 9 del numero 102 della pubblicazione telematica che ormai a preso piede da nove anni, e andiamo verso il decimo. Una voce indipendente, in un panorama desolante di disattenzioni, assenze, gente che sta con un piede dentro (il palazzo) e un altro fuori. A noi non riguarda.
Abbiamo chiesto di ricordare questi cinquanta anni di vita di una società sportiva in una località lillipuzziana della montagna gardesana. Sicuramente si alzeranno voci stizzite: anche noi abbiamo la stessa anzianetà, anzi molti di più! Chi sono 'sti peones del GS Montegargnano? Sì, son proprio dei peones, poveretti. Vivono in una frazione che conta 205 abitanti. Ci trovate un altro posto con le stesse caratteristiche? Son lì da 50 anni, cinque decenni di operosità, di corse, di iniziative, di lavori realizzati. Pensate che qualcuno se li fili? Ma neppure di striscio! Queste sono le realtà che tengono in piedi, da sempre, l'atletica italiana, nella indifferenza totale. Per una volta - una sola, non montatevi la testa, Elio Forti e soci - onore al GS Montegargnano. E la chiudiamo qui.
Il numero 102 di «Trekkenfild» contiene altre belle otto pagine di attualità, purtroppo non sempre piacevole, ma i tempi son quello che sono. Fuori da beghe, beghette e beghine, ci piace ricordare lo spazio dedicato al «Cross del Campaccio» di San Giorgio su Legnano, che ha messo in archivio la 65esima edizione: queste son realtà. E domenica prossima la «Cinque Mulini» farà novanta, 90 edizioni consecutive, neppure le bombe della seconda guerra mondiale riuscirono a fermarla. E poi ci sarà il «Cross della Vallagarina», altre 40 e passa edizioni. Va ascritto a merito degli amici Walter e Daniele di aver sempre avuto un rispetto mistico per tutto quanto è corsa campestre. Noi apprendemmo la lezione da Bruno Bonomelli, che ai tempi della indifferenza, perfino della ostilità verso il cross, si batteva come un leone ferito a favore di questa partica invernale che definiva «scuola di campioni» Sarebbe il caso che gli organizzatori lombardi - in particolare - una volta si ricordassero di lui, dei sui libri sulla corsa campestre, sulle sue immancabili presenze sui prati della Lombardia per poi cantare, il giorno dopo, questa fangosa fatica degli atleti sulle pagine dei giornali.