
Assomiglia al Leone di Brabante che adorna lo stemma del Belgio. Anzi, pare il suo gemello. È il leone rampante racchiuso in un triangolo isoscele rovesciato che da 72 anni fa bella mostra sulla camiciola che avvolge il torace di ragazzi e ragazze che hanno fatto onore, sempre e comunque, al club sportivo Atletica Brescia 1950. Origini, percorso, atleti, risultati, titoli vinti, sono racchiusi nelle 150 pagine di un libro, formato A4, edito qualche settimana fa, mese di novembre per precisione, dalla Tipolitografia ZIPPO di Lumezzane, in provincia di Brescia, una località che grazie alla inventiva, tenacia, mostruosa capacità di lavoro, inondò l'orbe terraqueo di posate, pentole, pentolini, pentoloni, per poi cavalcare il nuovo, la tecnologia montante, con intuizioni sempre più geniali. Parliamo dell'autore, che è persona che nel cuor ci sta. Alberto Zanetti Lorenzetti, da Corvione di Gambara, Bassa Bresciana che declina verso Parma, Cremona, Mantova. Alberto, una laurea in medicina e chirurgia, appesa per tanti anni nel suo ambulatorio a Gambara, raccogliendo l'eredità di suo padre, fu sempre al servizio della sua gente, affabile pur in mezzo ad una umanità che talvolta dimentica la buona creanza. Negli anni giovanili ebbe un contagio che non lasciò più, altro che COVID: gli fu inoculato il virus dell'atletica, per fortuna quella leggera. Non è più guarito. Corse, meglio cercò di correre i 100 metri, qualche volta anche i 200, se memoria non flette, ci pare che se ne andò dalle piste bresciano-lombarde con un 11"5. Dopo il sudore dello sport esercitato, vennero le lunghe ore, rubate alla professione, per sfogliare antichi fogli sportivi di inizio Novecento. Leggi, studia, cerca, archivia, ha messo insieme un notevole patrimonio culturale.