Trekkenfild numero 113: cross, cross, e, tanto per cambiare, corsa in montagna
E adesso sfangatevi questo nuovo numero. Ci pare che il verbo sia adeguato, visti gli argomenti.
E adesso sfangatevi questo nuovo numero. Ci pare che il verbo sia adeguato, visti gli argomenti.
Attorno al feretro di Adolfo Consolini, si riconoscono, sulla sinistra, Pino Dordoni, Carlo Venini (il terzo) e Mario Lanzi (in fondo).
Foto gentilmente concessa all'ASAI dalla famiglia Dordoni che custodisce l'archivio collezionato dal grande marciatore piacentino
20 dicembre 1969 – 20 dicembre 2022: cinquantatré anni fa chiudeva gli occhi Adolfo Consolini, l’indimenticabile figlio di contadini di Gazzoli di Albarè, alle porte di Costermano, dove ancora esiste la casa natale. Ricordare questa data e con essa la figura di uno dei più grandi campioni dello sport italiano è per noi dell’Archivio Storico dell’Atletica Italiana «Bruno Bonomelli» non una banale consuetudine ma un obbligo morale. Da alcuni anni un gruppo di nostri soci bresciani e veronesi andavano a rendergli omaggio in quella località che dal lago di Garda sale verso il Monte Baldo, per raccogliersi attorno alla tomba di «Dolfo» (così lo chiamavano in casa e lo conoscevano in paese) e deporre una corona di alloro, quelle foglie che hanno uno stretto legame con gli ideali classici di Olimpia, alloro che era la pianta consacrata ad Apollo in nome del quale si disputavano i Giochi Pitici a Delfi. Prima dell’A.S.A.I fu la Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia a rendere omaggio al sepolcro di Consolini ogni anno, immancabili Pino Dordoni, Fiorenzo Magni, Edoardo Mangiarotti, Carlo Monti, Mario Lanzi e molti altri.
Da sinistra: siamo nel 1963, Ennio Preatoni, Armando Sardi e Sergio Ottolina sgambettano sulla pista del Campo Scuole di Brescia.
Alle loro spalle si intravedono i capannoni dell'azienda chimica Caffaro, le cui scorie inquinanti, veleni e Dio sa quant'altro sono ancora lì, nel cuore della città della Leonessa.
E dopo sessant'anni e sessanta miliardi di chiacchiere inutili nessuno trova una soluzione.
Uno dei tanti, enormi scandali di questo Paese dove si sbriciolano le montagne e di pari passo la moralità.
"Ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province ma bordello"
Negli ultimi giorni i nomi di due importanti atleti dello sprint italiano, Armando Sardi ed Ennio Preatoni, si sono, casualmente, intrecciati sul nostro spazio Facebook che noi usiamo, seppure con molta moderazione. Abbiamo ricevuto uno di quei messaggi che si usano oggi, tipo faccine e pollicini alzati, talvolta perfino cuoricini quasi fossimo un sito di single solitari. E a noi è venuto in mente che in archivio abbiamo alcune foto prese al Campo Scuole di via Morosini, a Brescia, che potevamo usufruire in questa occasione. Il primo messaggio di apprezzamento per qualcosa che avevamo pubblicato ce lo ha spedito Armando Sardi, ricordate? il velocista con gli occhiali, quasi sempre scuri, originario di Monza, gran staffettista.
Alessandria – Asti 50-43, Cogne Aosta – Cogne Imola 51-47. Due notiziette su «Tuttosport» del 5 maggio 1951. E poi ancora: La Virtus Bologna vince il triangolare maschile; Il Battisti Trento supera il COIN Mestre; A.T.A. batte Pirelli; Sconfitti a Vienna i triestini; Gli atleti della Pro Patria battono gli svedesi; Di misura la Colombo superata a Nizza; La squadra di Zagabria supera l’A.T.A. a Trento; Battisti Trento – S.A. Bolzano 54-46; qualche giorno dopo: S.A. Bolzano – Battisti Trento 55-46; Battuti dal Trionfo gli universitari marsigliesi; Vinto dalla Libertas il triangolare di Trieste; Il Trionfo Genovese vince a Lugano 58-36; Il Wiener a Trieste s’impone alla Giovinezza; Virtus Locarno – Gallaratese 77-73; Marche – Lazio 48-45; L’ATA Trento a Zagabria ha perso di misura; La Ginnastica Triestina supera il Klagenfurter Athletik Club 83-60.
Che è ‘sta roba? vi chiederete.
Ultimo capitolo della nostra ricostruzione di quella edizione dei Campionati Internazionali Militari sotto l'egida del C.I.S.M. Dopo esserci intrattenuti sui quattro atleti che diedero altrettanti successi alla squadra italiana, concludiamo con la pubblicazione dei risultati completi dei nostri giovanotti con le stellette. Di ogni atleta, oltre nome e cognome, al piazzamento e al risultato, abbiamo cercato di fornire la data di nascita completa (di quattro non siamo riusciti a trovarla), e la società di appartenenza al momento del Campionato. Il Gruppo Sportivo Fiamme Gialle di Roma aveva, ovviamente, il maggior numero di atleti presenti. Una eccezione fu Giuseppe Tosi, che apparteneva al Corpo dei Corazzieri, inquadrati all'epoca come 3° Squadrone Carabinieri a Cavallo. I dati anagrafici sono riportati una volta sola nel caso l'atleta figuri in più discipline o in più turni.