La tradizione toscana del getto del peso adesso si chiama Leonardo Fabbri
Copertina dedicata a questo ragazzone dalla faccia simpatica: Leonardo Fabbri. Toscano, di Bagno a Ripoli, a pochi chilometri da Firenze, stazza un bel 110 kg distribuiti su quasi due metri di statura. Cerca di gettare il peso più lontano possibile, manco a dirlo. Ha accarezzato (21.99) i 22 metri. Il che lo pone al secondo posto nella gerarchia italiana degli «uomini catapulta». Ha davanti un altro fiorentino, Alessando Andrei, campione olimpico 1984, e dietro quel Paolo dal Soglio, che di Fabbri è l'allenatore. Andrei, Fabbri e Dal Soglio sono i tre pesisti di casa nostra che hanno superato i 21 metri. Un altro toscano nella lunga vicenda del getto (questo è corretto, come ci hanno insegnato i nostri maestri che sapevano cosa era l'atletica) del peso: Angiolo Profeti, Silvano Meconi, Marco Montelatici, Alessandro Andrei.
Il giovanotto di Bagno a Ripoli occupa una buona parte di questo 89esimo numero di «Trekkenfild», che ha in apertura nomi, cognomi e schieramenti per la Assemblea nazionale F.I.D.A.L. che a fine di questa settimana arriva al redde rationem, nel Circo Massimo romano. Eran tre, poi son diventati quattro, poi sono riscesi a tre, e tali si presentaranno alla conta. Un ex atleta che fu campione d'Europa, Stefano Mei, un dirigente di grande spessore e cultura sportiva come Roberto Fabbricini, e l'immancabile esponente delle Fiamme Gialle (finanza) che da oltre settantanni sembra quasi avere messo un diritto di prelazione sulla Federatletica, visto che ha già avuto in passato un paio di presidenti. Vada come vada per noi dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana «Bruno Bonomelli» non cambia nulla: siamo stati ignorati, qualche volta anche presi per i fondelli, per quasi 27 anni, i nostri oltre 30 libri di storia dell'atletica italiana (italiana, capite, italiana, non della Mongolia) per la Federazione non esistono, non sono mai esistiti. Saremo forse pessimisti, ma non ci aspettiamo proprio niente, meglio che farsi delle illusioni invano. Scendano pure nell'arena i tre gladiatori e si scannino tra di loro. Noi andremo avanti per la nostra strada, fossimo anche in quattro o cinque.