Se pensavate di esservi liberati di Alberto Zanetti Lorenzetti, allora vi siete sbagliati. Dopo le belle storie personali della famiglia Legat, di Augusto, o Auguste alla francese, Maccario e dell'estroverso marciatore Donato Pavesi, eccolo scavare le vite di padre e figlio, Ferruccio e Albano Albanese, prodotti di quello sport giuliano-dalmata in cui l'amico Alberto è ormai solidamente ferrato dopo ricerche oltre che ventennali e la pubblicazione di due fondamentali lavori storici sullo sport di quelle terre. Liberarci di lui? Il cielo ci fulmini, ne avessimo, non tanti, altri cinque o sei come lui mangeremmo gli gnocchi in testa a tutte le paludate e professorali congreghe cultural-sportive. Noi abbiamo Alberto, teniamocelo stretto. E intanto leggiamo la prima parte (saranno due in tutto) di questo suo nuovo scritto sulla famigliola Albanese, di Parenzo, che ha lasciato orme pesanti nello sport italico.
Rassegna fotografica. Nelle prime due immagini Albano impegnato nelle sue specialità preferite:110 ostacoli e salto in alto. In basso a sinistra, con la maglia nella Nazionale in occasione dell'incontro Italia-Svizzera a Firenze il 4 luglio 1948. Nell'ultima a colori, Albano e Marcella Skabar nel 2003 a Trieste durante un convegno organizzato nella sede della Associazione Atleti Azzurri d'Italia: in primo piano la piccola maglia confezionata dalla madre di Albano in onore del ginnasiarca Gregorio Draghicchio