Ci congediamo da Donato Pavesi, campione rimasto senza medaglia olimpica (7)
Siamo arrivati alla fine del «romanzo» della carriera di Donato Pavesi, come l'ha ricostruita, con ricchezza di informazioni, Alberto Zanetti Lorenzetti. Ne abbiamo pubblicate sei puntate, questa è la settima e ultima. Forse. Non si sa mai: magari il nostro ricercatore potrebbe scovare qualche altro sconosciuto risultato e darci degli aggiornamenti. Noi siam qui per questo. Come diceva Marco Martini: «pala, piccone e microscopio». Alberto può essere elencato fra i non molti che fanno buon uso di questi strumenti. Ma non vincerà mai il Premio Pulitzer, l'Alberto da Corvione di Gambara, non vogliamo esagerare dicendo il Nobel, per il settore «Biografie» (esiste veramente, non è una battuta), in Italia c'è troppa concorrenza, tutti eredi di Hemingway, perlomeno...A noi spiace congedarci dal Donato di San Donato Milanese, un bel personaggio, che meriterebbe una biografia non solo sportiva. Era un incantatore di folle, le sue epiche cavalcate della «Cento Chilometri» erano seguite da vicino da schiere di ciclisti che volevano stargli vicino e avere un po' di luce riflessa nelle fotografie che ritraevano il campione; pedalatori che si svegliavano nel cuore della notte per essere presenti alla partenza dei temerari della «Cento». Adesso invece, i grandi progressi dell'atletica, hanno portato ad una riduzione della 50 chilometri a 35, schiavi, succubi, servi, della televisione.
Ringraziamo Alberto per questo ricco contributo da ascriversi a pieno titolo alla storia dell'atletica italiana. E aspettiamo il prossimo personaggio...