Ripassi di memoria: Augusto Frasca ci racconta i Giochi Mondiali Universitari
La bella foto, ripresa dal settimanale sportivo «Tutti gli Sports», è legata ai Giochi Mondiali Universitari del 1933. Recita testualmente la didascalia:«Lo Stadio Civico milanese ha laureato i gogliardi italiani pei giuochi mondiali di Torino: la vedetta delle atletesse Ondina Valla di Bologna, dopo aver battuto il record italiano del salto in alto, vince innanzi alla Testoni i 100 metri piani». L'Arena milanese ospitava dunque le prove di selezione degli atleti italiani per le gare mondiali degli studenti universitari che si sarebbero tenute a settembre a Torino, prova generale dei primi Campionati d'Europa che erano già in calendario per l'anno successivo nello stesso Stadio torinese
Il timbro è del nostro Archivio Storico. La firma ha il nome di Raul Leoni e di Alessandro Bianco, uniti anni addietro in un'asciutta ricostruzione dei Campionati Mondiali Universitari. Tappa iniziale, Parigi, Stade de la Porte Dorée, 3-6 maggio 1923, siglati Campionati Internazionali Universitari. Di quella prima edizione, quattro nomi su tutti da segnalare. Charles Paddock, indisturbato in velocità, 10.2/5 e 21.0. Lo ritroveremo nella capitale francese l'anno successivo nello stadio di Colombes a cospetto di Harold Abrahams e di Jackson Scholz, quinto sui 100 alle spalle dell'uomo di Bedford evocato in Momenti di gloria, e secondo sui 200 dietro il connazionale. Adriaan Paulen, futuro presidente internazionale dell'atletica, sceso di forza su 400 e 800, vincitore nei primi in 51.1/5 e bruciato sul filo nel doppio giro di pista da Paul Martin, 1:57.0 e 1:57.1/5. Carlo Clemente, sassarese, autore nel 1921 del primo 'sopra i 50' italiano nel giavellotto, inattaccabile con i suoi 53.80 metri. Adolfo Contoli, magnifica figura atletica versata in poliedricità d'impegni, al vertice del pentathlon. Dell'esuberante bersagliere, dell'aviatore, del paracadutista, delle medaglie belliche al Valore, dei ventiquattro titoli italiani e dei dodici primati nazionali in sei specialità con maglia della Virtus, di uno dei tanti grandi del nostro sport mortificati dall'ignoranza, nulla di meglio dell'affidarsi alla riflessione dettata alle pagine della rivista federale Atletica, a commento della scomparsa avvenuta nel 1988, dalla mano, lucida nella sua sofferta inabilità, di Alfredo Berra: a distanza d'anni, nel giorno della morte, accadrà di dover spiegare a molti chi fosse l'uomo di cui appena s'è celebrato il funerale. Ѐ così. E forse è giusto che le vie dello sport passino anche attraverso l'ignoranza.