Un lutto nell'atletica bresciana: se ne è andata Silvana Zini Cavallari
Pochi minuti fa un carissimo amico bresciano ci ha informati della scomparsa di Silvana Zini Cavallari, avvenuta a Peschiera questa mattina.
Pochi minuti fa un carissimo amico bresciano ci ha informati della scomparsa di Silvana Zini Cavallari, avvenuta a Peschiera questa mattina.
Le due foto supportano alcune affermazioni contenute nel testo. A sinistra: siamo in centro a Sanremo, una folla compatta e plaudente segue le ultime falcate di Augusto Maccario in una gara da lui dominata. A destra, tre dei migliori mezzofondisti italiani dei primi anni '20: sul retro Bruno Bonomelli scrisse che si trattava di un foto scattata a Busto Arsizio (quasi sicuramente la ricevette da Carlo Speroni) durante gli allenamenti degli atleti che avrebbero preso parte ai Giochi Olimpici di Anversa 1920. Da sinistra: Augusto Maccario, scritto però erroneamente Maccari; al centro Carlo Speroni, e poi il bergamasco Costante Lussana
Nei giorni scorsi, il nostro socio Alberto Zanetti Lorenzetti ci ha raccontato, con abbodanza di informazioni, la carriera di un piccolo, agile corridore di lunghe distanze nato a Ventimiglia tanti anni fa: Augusto Maccario. Il giovanotto, abbiamo letto nello scritto del nostro amico, si trasferì a vivere e a lavorare nel vicinissimo Principato di Monaco, e lì indossò la canotta di un club sportivo locale ottenendo belle affermazioni, soprattutto nelle corse su strada, che, alla faccia dei moderni «inventori dell'acqua calda», sono sempre esistite ed hanno avuto, in ogni occasione, una grande adesione di pubblico e di entusiasmo, come testimoniano i documenti dell'epoca. E parliamo di 110 anni fa...in un mondo un po' diverso, vi pare? Dicevamo di Maccario, le leggi attuali lo definirebbero un frontaliere. Ebbe una duplice carriera, al di qua e al di là della frontiera che era posta al Ponte San Luigi o al Ponte San Lodovico, ognuno dei quali dava accesso a Mentone dalla parte del quartiere Garavan. Ponte San Luigi è tornato a far parlare di sé il 20 marzo scorso quando le autorità francesi decisero di chiudere il passaggio fra Italia e Francia, avevano scoperto che il coronavirus passava di lì. Non scherziamo, misure di sicurezza, di controllo, giustificate dalla situazione, ma quasi sempre inefficaci. Adesso occupiamoci di Auguste Maccario (accento sulla o finale alla francese) e della sua attività pedestre nella Principauté dei Grimaldi, all'epoca regnante SAS Alberto I, stimato uomo di cultura, studioso delle origini dell'uomo, provetto navigatore, appassionato di studi oceanografici, uomo di formazione militare ma pacifista convinto.
Le notizie che vi presentiamo qui sono in gran parte (quelle francesi) riprese dal libro «L'athlétisme a Monaco 1890 - 2006», pubblicato nel 2007 sotto il Patronato di SAS Alberto II. L'opera, ricca di informazioni e di prezioso materiale fotografico, si deve all'accurato lavoro di Jacques Candusso, che qui desideriamo ringraziare.
I due Pellin: a sinistra, Luigi impegnato sul suo terreno preferito, la corsa campestre; a destra, il piccolo Aureliano (o Aurelio) durante una gara di marcia, quasi sicuramente sulle strade di Barcellona (per gentile concessione degli amici della A.E.E.A.)
Questa notiziola farà sicuramente sorridere il nostro socio Bruno Cerutti, di Coggiola, provincia di Biella, un altro che ha nel sangue il virus dell'atletica. Bruno ha avuto esperienze come giudice, organizzatore, componente del Comitato piemontese FIDAL, ma soprattutto a noi fa piacere dire che è uno dei nostri, che ricerca, trova notizie dei tempi andati, e li condivide con chi glieli chiede.
Per uno di quei casi curiosi che talvolta accadono, investigando il passato per trovare una notizia, un nome, un risultato, si finisce per spostare il nostro obbiettivo su un altro argomento. Questa che adesso vi raccontiamo, brevemente, è una di queste concatenazioni, soprattutto una curiosa coincidenza. Per apprezzarla dobbiamo fare una premessa: da qualche tempo, Bruno Cerutti, investigando nei giornali piemontesi alla ricerca di notizie che gli consentano di mettere insieme un quadro seriamente documentato della storia dell'atletica nella sua regione, ha raccolto un consistente malloppo su un corridore di mezzonfondo molto longevo: Luigi Pellin, veneto di nascita ma vissuto gran parte della sua vita a Trivero (da gennaio 2019 si chiama Valdilana per aggregazione con altri piccoli Comuni), e poi trasferitosi a Torino e, nell'ultima parte della sua vita, a Cuneo. Pellin ha calcato la scena dell'atletica, soprattutto quella fangosa della corsa campestre, per una ventina d'anni, diciamo dalla fine anni '20 ai primi anni '50, e con ottimi successi: due titoli italiani di cross, tre vittorie alla «Cinque Mulini», e molto altro ancora.
Fin qui le vicende di Luigi Pellin, veneto-piemontese, investigato da Bruno Cerutti. Un altro nostro socio, italo-spagnolo, consulta pubblicazioni iberiche alla ricerca di notizie su alcuni marciatori agli albori della disciplina agli inizi del Novecento, a seguito di una segnalazione di un altro socio ancora che aveva rinvenuto in una rivista italiana degli anni '20 il profilo di un camminatore catalano che aveva fatto qualche gara in Italia, tale Luis Meléndez. Volendo approfondire la figura di questo atleta, continua le ricerche e...l'orizzonte si allarga, e si avvede della curiosità. Fermiamoci, siamo nell'anno 1933, e vediamo cosa successe in due date di quell'anno.
Pubblichiamo la seconda parte della ricerca firmata Alberto Zanetti Lorenzetti sull'atleta ligure-monegasco, ligure per nascita, monegasco per lavoro, carriera sportiva e...sepoltura, AugustoMaccario. Approfondiremo nei prossimi giorni questa parte della sua vita nel Principato dei Grimaldi. Un pot-pourri di foto dai Giochi Olimpici di Anversa 1920: in quella grande una fase della corsa con l'inglese James Wilson al comando, seminascosto il francese Joseph Guillemot, con il numero 487 il minuscolo Maccario e con il 275 il prestante finlandese Paavo Nurmi, uno degli atleti che ha lasciato un segno indelebile sulla storia delle Olimpiadi. Abbiamo privilegiato le immagini di Maccario e Nurmi anche nelle atre due foto.
Torniamo ad immergerci nella piccola storia della nostra piccola atletica, che pure continua a suscitare il nostro interesse. Almeno per il passato, e per questo siamo qui. Diamo spazio ad una nuova ricerca di Alberto Zanetti Lorenzetti, il quale, dopo aver indagato sulla famiglia Legat, padre e figli, nelle settimane scorse, ha mirato la sua attenzione di ricercatore su uno scricciolo di corridore, ligure di Ventimiglia, ma con buona parte della sua carriera podistica nel Principato di Monaco. Augusto Maccario, questo piccolo e leggero omino baffuto, arrivò ai piedi del podio ai Giochi Olimpici di Anversa 1920, corsa dei diecimila metri, quarto, e davanti, a poche falcate, aveva dei mostri sacri della corsa, a quei tempi, uno, il finnico Paavo Nurmi, il più grande di tutti. Ma leggiamo cosa ci racconta il nostro amico Alberto.
Augusto Maccario, con la canottiera dello S.C.Virtus di Genova posa subito dopo essere arrivato primo nel Campionato italiano di corsa campestre del 1920 a Genova, successo fissato dalla immagine a destra. Il Campionato fu però annullato avendo i corridori sbagliato percorso. Si noti la minuscola stazza del podista comparata a quella dei giudici e dei tifosi che gli stanno intorno