Quando i marciatori francesi andavano ciascuno per la propria strada
Dalla lingua di Miguel de Cervantes Saavedra, di cui abbiamo parlato ieri a proposito di un interessante lavoro storico di un amico spagnolo, a quella di Charles-Louis de Secondat, barone di La Brède e di Montesquieu, per proporre lo scritto di Luc Vollard, autore dei "tasselli" storici mensili che aprono la pubblicazione della lettera informativa della Commissione Documentazione e Storia della Federazione francese. Sono delle brevi rimembranze di atleti, di campioni, di figure dimenticate, di grandi competizioni transalpine, tutto sempre documentatissime grazie alla vasta cultura di Luc. Stavolta (parliamo della Lettera informativa n.103) si parla di marcia dei primi anni '30, e c'è spazio anche per una mitica figura italiana di quella disciplina e di quei tempi, quella del genovese Armando Valente, primatista mondiale su distanze diverse. Quando si parla di marcia, noi ci siamo sempre, noblesse oblige...Il francese Courtois, di cui ci narra Vollard, ai Giochi Olimpici di Berlino '36, finì tredicesimo, in mezzo a due italiani: Ettore Rivolta (12esimo) e Giuseppe Gobbato (14esimo). Courtois era il secondo dei francesi, l'altro, Etienne Laisné, chiuse all'ottavo posto. Luc ci ricorda anche, seppur brevemente, della separazione dei marciatori francesi in due Federazioni contrapposte, per beghe fra dirigenti, guarda caso...